giovedì 26 aprile 2012

(da ilFatto.net) MOLFETTA. Liceo Classico per ricordare il TruckCenter

scientifico truck apr2012

Molfetta - Il 24 aprile, il liceo classico, sotto la rappresentanza di Matteo Petruzzella, ha voluto ricordare la tragedia del Truck Center del famoso 3 marzo di quattro anni fa. Tra gli ospiti: Stefano Sciancalepore, padre di Biagio, uno dei ragazzi che perse la vita in quel tremendo incidente, Giuseppe Filannino, responsabile GCIL e Vito Messina, componente del Comitato 3 Marzo.
«Sono trascorsi quattro anni dall’accaduto e non ci sono ancora colpevoli» –commenta il padre di una delle vittime, commuovendosi al solo ricordo di aver perso un figlio inaspettatamente. Tra gli incidenti citati c’è stato quello nel liceo classico di Torino, dove uno studente ha perso la vita a causa della caduta di un masso dal soffitto, sintomo di come i tagli all’istruzione si riflettano sulla stessa sicurezza dei ragazzi, o ancora della tragedia della Thyssen Group, accusati di omicidio colposo, nella quale però, a differenza di quella molfettese, le vittime hanno avuto giustizia. Ed è stata proprio la giustizia uno dei temi principali della mattinata, una giustizia in cui si continua a credere e nella quale bisogna non perdere la speranza, nonostante la sua lentezza o la sua stessa discutibilità. «Volate e sostituitevi a chi è al potere»- queste le parole conclusive di Filannino, esortando i ragazzi a dire di “no”, ad avere il coraggio di gridare contro quella corruzione e quell’ingiustizia di cui l’Italia di oggi si è macchiata.

Scritto da Maria Sancilio   

domenica 15 aprile 2012

(da Quindici-Molfetta.it) Truck Center, processo contro Nuova Solmine e Meleam: parla Stefano Sciancalepore

giovedì 12 aprile 2012



TRANI - Domani, venerdì 13 Aprile, presso il Tribunale di Trani, avrà luogo l'udienza preliminare per decidere sull'eventuale rinvio a giudizio di altre due aziende coinvolte, insieme all'Eni, nella tragedia della Truck Center: la Nuova Solmine e Meleam spa. In quella cisterna maledetta, presso l'autolavaggio molfettese, persero la vita cinque persone, a causa delle esalazioni di acido solfidrico.
Abbiamo incontrato Stefano Sciancalepore, padre di Biagio, una delle cinque vittime. Come ci spiega Stefano, l'origine dell'incidente deriva dal fatto che non è stata menzionata la tossicità del prodotto, che veniva invece indicato semplicemente come infiammabile. Eppure l'Eni è stata assolta per insufficienza di prove, per quanto il giudice abbia chiesto altri 90 giorni per la pubblicazione delle motivazioni della sentenza, facendo emergere la difficoltà di giustificare l'assoluzione.
Il processo che avrà inizio domani, secondo Stefano, è di importanza cruciale, in quanto fra Eni e Nuova Solmine c'è una complicità dovuta al fatto che tutti erano a conoscenza dei rischi determinati dal contenuto di quella cisterna. Eppure non solo quest'ultima non è stata bonificata, ma non è stato neanche indicato il pericolo che essa celava, forse per un fatto di costi.
La vicinanza dimostrata dalla città a Stefano e ai familiari delle vittime della Truck Center il 3 Marzo scorso è per Stefano molto positiva, e per questo si dice fiducioso anche in vista della conferenza stampa di domani, nei pressi del Tribunale di Trani alle ore 9, organizzata dal Comitato Tre Marzo.
Stefano rappresenta per noi il coraggio di chi sceglie di battersi perché il tessuto sociale su cui si costituisce una comunità non venga lacerato da violazioni infami della dignità delle persone, dall'erosione dei suoi fondamenti, del lavoro, della sicurezza. Per questo la battaglia per le vittime della Truck Center diventa una presa di posizione collettiva in cui ciascuno di noi può rivendicare il proprio essere-comunità, contro ogni tentativo di dissoluzione delle sue regole essenziali e dei suoi legami, al di fuori dei quali la vita stessa diventa un fatto di profitto.
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Giacomo Pisani

sabato 14 aprile 2012

(da MolfettaLive.it) Truck center bis, le richieste del pm


La procura chiede il rinvio a giudizio per due aziende e dieci imputati. Anche la ditta molfettese parte civile. Si torna in aula il 2 maggio

14/04/2012
di Lorenzo Pisani
Giuseppe Maralfa
Giuseppe Maralfa
Foto: © MolfettaLive.it
È durata un’ora e mezza la requisitoria con cui venerdì il pubblico ministero Giuseppe Maralfaha chiesto il rinvio a giudizio per tutti i dodici imputati nel processo cosiddetto Truck center bis.

Una lunga analisi ha ripercorso i fatti dal 3 marzo 2008 ad oggi, con particolare riferimento agli imputati, le aziende Nuova Solmine spa, Meleam Puglia e 10 persone fisiche, di cui 3 già condannate, ma per altri profili, nel primo processo (conclusosi nel 2009, a solo un anno e mezzo dalla tragedia). Non c’è l’Eni, giudicata eassolta con rito abbreviato dal gup Maria Grazia Caserta.
Rinvio a giudizio richiesto anche dalla parti civili(Comune di Molfetta, Regione Puglia e alcuni familiari delle vittime). Parti civili di cui da ieri fa parte anche la stessa Truck center. L’istanza è stata accolta dal gup Roberto Oliveri del Castillo.

Si tornerà in aula il prossimo 2 maggio. Parola ai legali degli imputati e, forse, lettura della sentenza.

Il 3 marzo di quattro anni fa, nella zona Asi, cinque persone morirono per le esalazioni di acido solfidrico, in una tragica catena di solidarietà: Guglielmo Mangano, Michele Tasca, Luigi Farinola, Biagio Sciancalepore e Vincenzo Altomare. In loro memoria è stato costituito quest’anno il Comitato 3 marzo, ieri protagonista di un volantinaggio nei pressi del tribunale. Ma assente in aula, come è stato fatto notare in apertura di udienza.
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venerdì 6 aprile 2012

Venerdì 13 aprile alle ore 9 una conferenza stampa dinanzi al tribunale di Trani in piazza Duomo.

Il 3marzo 2008 cinque operai della Truck.Center, azienda addetta al lavaggio di automezzi presso la zona artigianale di Molfetta perdevano la vita a causa delle esalazioni di acido solfidrico respirati nella cisterna, in cui avrebbero dovuto lavorare.
Benchè siano passati già quattro anni dalla sentenza, non è stata ancora fatta giustizia.
Anzi una sentenza assurda e paradossale, ha assolto in primo grado  l' Eni, l'azienda produttrice del veleno, che ha causato la strage.
Non conosciamo ancora le motivazioni della sentenza, la pubblicazione è slittata di ulteriori 90 giorni, un assurdità se pensiamo che sono bastati soltanto  venti minuti per emetterla.

Il Comitato Tre marzo, formato da partiti associazioni e singoli cittadini, consapevole che soltanto quando si mantiene alto il livello di mobilitazione e di attenzione dell'opinione pubblica, è possibile ottenere giustizia, ha nella rottura del silenzio mediatico, che ha caratterizzato tutta la vicenda, uno dei suoi obiettivi principali.,
E' questa la logica che ha portato il comitato, all'organizzazione di una manifestazione il 3 marzo
scorso in occasione del quarto anniversario della strage.
Migliaia di molfettesi sono scesi in piazza per rivendicare un bisogno collettivo di verità e giustizia per le vittime della Truckcenter.

Ora la vicenda processuale è giunta ad uno snodo cruciale, venerdì 13 aprile ci sarà una l'udienza preliminare presso il tribunale per decidere in merito all'eventuale rinvio a giudizio di altre due aziende coinvolte nella vicenda, la Nuova Solmine e Meleam spa
In caso negativo, la morte di cinque lavoratori non avrà alcun colpevole, né il produttore del veleno né il suo acquirente, essendo assolutamente residuali le altre responsabilità accertate.

Per questi motivi il Comitato Tre Marzo organizza il giorno dell'udienza preliminare venerdì 13 aprile alle ore 9 una conferenza stampa dinanzi al tribunale di Trani in piazza Duomo.

Siamo convinti che la sicurezza sul lavoro non è un costo o una posta di bilancio qualsiasi, è un diritto inalienabile dei lavoratori,uno dei cardini su cui ogni paese civile dovrebbe costruire la propria società.


lunedì 19 marzo 2012

DALLA CISTERNA DELLA MORTE ALLA VIVA DIGNITA' DEL LAVORO

PROSEGUE LA MOBILITAZIONE DEL COMITATO 3 MARZO 
Il 3 marzo 2008 cinque operai della Truck Center, azienda addetta al lavaggio di automezzi presso la zona artigianale di Molfetta, perdevano la vita a causa delle esalazioni di acido solfidrico respirate nella cisterna in cui avrebbero dovuto lavorare.

Il 3 marzo 2012, dopo quattro anni di processi protrattisi silenziosamente , Molfetta ha finalmente visto le sue strade riempirsi di oltre un migliaio di persone: i molfettesi sono ritornati a rivendicare un bisogno collettivo di verità e giustizia per le vittime della Truck Center.
E' stato questo il primo passo concreto del Comitato 3 Marzo, costituitosi per riportare la dovuta attenzione sulla vicenda del 3 marzo 2008, per informare la cittadinanza degli sviluppi processuali e sensibilizzarla riguardo le problematiche legate alle morti sul lavoro.

Pochi giorni dopo la manifestazione era attesa la pubblicazione delle motivazioni su cui si fonda la sentenza di assoluzione dell'ENI nel secondo processo legato alla tragedia, svolto con rito abbreviato nel dicembre 2011.
La divulgazione delle motivazioni è stata ritardata di ulteriori 90 giorni: reputiamo incomprensibile il fatto che se per il giudizio di tale società, cardine nella vicenda, siano bastati 20 giorni (e 20 minuti di camera di consiglio), per conoscere le motivazioni della sua assoluzione ci sia invece bisogno di 180 giorni di attesa.

Prossimo importante appuntamento sarà venerdì 13 aprile, giorno in cui il giudice per l'udienza preliminare si pronuncerà sul procedimento giudiziario presso il Tribunale di Trani, in cui sono coinvolte la Nuova Solmine e la Meleam Spa: in questa data il Comitato 3 Marzo organizzerà un presidio presso lo stesso tribunale, invitando tutti i cittadini e tutte le cittadine che abbiano interesse per il proprio presente e per il futuro dei propri figli a partecipare.

Alla luce delle sentenze sui casi ThyssenKrupp ed Eternit, in cui è stata fondamentale la mobilitazione della cittadinanza, anche Molfetta pretende verità e giustizia per le vittime della Truck Center. La sicurezza sul lavoro è uno dei cardini su cui ogni paese civile dovrebbe costruire la propria società.

Non possiamo più accettare che profitti e sfruttamento calpestino la dignità di ogni lavoratrice e lavoratore!


venerdì 9 marzo 2012

Comunicato del "Comitato 3 Marzo" a seguito della giornata di sabato 3


A distanza di 4 anni dalla strage della Truck Center dove Guglielmo Mangano, Michele Tasca, Luigi Farinola, Vincenzo Altomare e Biagio Sciancalepore persero la vita, sabato 3 marzo più di un migliaio di cittadini e cittadine hanno partecipato al corteo organizzato dal "Comitato 3 Marzo".

La manifestazione mattutina e la rappresentazione teatrale  pomeridiana "La Cisterna" hanno ribadito e rilanciato la richiesta di familiari, singoli cittadini e realtà locali (associazioni, centri sociali, partiti, movimenti)  affinché sia fatta giustizia e sia detta tutta la verità su quanto accaduto.

Ad oggi due processi si sono conclusi con la condanna delle due società addette al trasporto della cisterna e della Truck Center. È stata invece assolta l'ENI, azienda produttrice del materiale tossico contenuto nella cisterna che con le sue esalazioni ha tolto la vita ai 5 operai.

Dopo l'esito positivo della giornata del 3 marzo – con una significativa partecipazione degli studenti molfettesi, lavoratori di domani – il Comitato, nato per tenere alta non solo l'attenzione sulle vicende processuali, ribadisce la sua volontà di proseguire nelle iniziative di sensibilizzazione attorno alle tematiche della sicurezza sui posti di lavoro, contribuendo a superare l'indifferenza ancora  troppo diffusa nella nostra città e nel suo tessuto socio-economico.

Il successo della manifestazione di sabato 3 marzo è solo un ulteriore passo nella costruzione di maggiore consapevolezza sociale e politica. Consapevolezza che le morti sul lavoro non sono frutto di fatalità bensì nella stragrande maggioranza dei casi una diretta conseguenza di condizioni di lavoro sempre più precarie, prive dei minimi standard di sicurezza, di orari di lavoro prolungati, dell'imperizia e del mancato rispetto delle norme a tutela della salute.
Ci vorrebbero maggiori e più severi controlli.
Purtroppo atti e fatti di questo governo vanno nella direzione opposta.
Curiosamente in coincidenza con l'anniversario della strage, è stato emanato il cosiddetto "decreto semplificazione", che riduce i controlli, a collaborazione amichevole, con i soggetti controllati.


Nulla potrà fermare la nostra fame di giustizia, che continueremo senza tregua ad alimentare.

giovedì 8 marzo 2012

Da "L'altra Molfetta" : Non dimentichiamo le tante, troppe morti bianche

07/03/2012   In tanti hanno aderito all'invito del Comitato3marzo che lo scorso sabato, in concomitanza con il quarto anniversario della tragedia della Truck Center, ha indetto una manifestazione alla quale hanno aderito l'Amministrazione Comunale, sindacati, studenti, partiti e singoli cittadini. 
Appuntamento alle ore 9.00, in piazza Aldo Moro. Sin dalle prime battute nella piazza sventolano bandiere: dalle iridate bandiere della pace a quelle di partito, a quelle della Fiom. 
Soprattutto, c'è il Gonfalone della Città: segno e simbolo di quanto Molfetta voglia stringersi intorno ai familiari delle cinque vittime di quella che venne definita "la strage della solidarietà": Guglielmo Mangano, Michele Tasca, Luigi Farinola, Vincenzo Altomare e Biagio Sciancalepore; cinque persone che quel giorno erano uscite di casa per lavoro e non hanno fatto più ritorno. 
Pian piano la folla aumenta, giungono autorità e rappresentanti dei partiti; telecamere e macchine fotografiche lavorano a pieno ritmo per immortalare tutti i dettagli, giornalisti cercano di raccogliere dichiarazioni e interviste. 
Il corteo, lentamente, si compone e comincia a sfilare, mentre, con i megafoni, vengono sottolineati gli obiettivi della manifestazione. 
In testa il Comitato 3 marzo. Subito dopo il Gonfalone. Poi il sindaco Antonio Azzollini, il presidente del Consiglio Comunale Nicola Camporeale, diversi assessori e consiglieri comunali, il consigliere regionale Antonio Camporeale e il consigliere provinciale Saverio Tammacco, e ancora Giovanni Abbattista, Mino Salvemini, Tommaso Minervini, Antonello Zaza, Gianni Porta, Pietro Mastropasquq solo per citarne alcuni. 
Sventolio di bandiere, slogan (che, però, in alcuni istanti si sovrappongono gli uni agli altri) e striscioni che chiedono "verità e giustizia", chiedono di "lavorare per vivere... non per morire"; gli studenti ricordano "il vostro futuro è il nostro futuro"... il corteo raggiunge piazza Municipio, dove si susseguono gli interventi. La Rete Nazionale per la Sicurezza invia un messaggio per comunicare la propria adesione all'iniziativa. 
Gli interventi da parte dei rappresentanti della CGIL Giuseppe Filannino e Pino Gesmundo ricordano la situazione in cui versano i lavoratori, costretti ad accettare anche pessime condizioni di lavoro pur di portare "il pane a casa". «La disoccupazione sta sfaldando i diritti... sta diventando "complicato" iscriversi al sindacato…» L’accento è posto sui tagli a diritti e sicurezza sul lavoro, sui 46 diversi tipi di contratti che rendono il mondo del lavoro una giungla. «Non è precario il lavoro, è precaria la vita » risuona in una piazza gremita. 
Vengono evidenziate le complesse situazioni che investono città come Taranto (inquinamento causato da Ilva e Eni) e Bari (situazione del Petruzzelli), viene annunciata la manifestazione che si terrà a Taranto il prossimo 9 marzo. 
Interviene anche Stefano Sciancalepore che, amaramente, sottolinea: «Si assiste a uno scaricabarile... dopo quattro anni nessuno è in galera...». 
La giornata di riflessione e testimonianza si conclude in serata con lo spettacolo "La Cisterna"... una intensa performance ispirata alla vicenda della Truck Center, portata in scena, presso l’Auditorium della parrocchia Santa Famiglia, da Massimo Zaccaria per la regia di Salvatore Arena. 
Una manifestazione tesa a tenere alta l'attenzione, accertare verità e giustizia e, soprattutto, a costruire una rete, un movimento che ponga in primo piano il problema della sicurezza sul lavoro, affinchè non vi siano altre famiglie costrette a piangere propri cari usciti di casa una mattina e mai più rientrati. Le cronache degli ultimi giorni sono ancora troppo piene di "morti bianche"; le statistiche riferiscono di tre morti al giorno, mille in un anno. 
Come sempre, purtroppo, c'è chi ha voluto strumentalizzare l'evento, criticando la presenza di alcuni partiti (che, tra l'altro, hanno aderito al comitato) e delle loro bandiere. 
In realtà sarebbe stato bello veder sfilare, insieme, le bandiere di tutti i partiti: in fondo si è trattato di una vera manifestazione "bipartisan", a cui erano presenti politici di tutti gli schieramenti. 
Poteva essere un piccolo, grande gesto simbolico che mostrasse, anche visivamente, come il vero senso dell'iniziativa era la solidarietà con i familiari delle vittime e con tutti i lavoratori costretti a operare in ambienti o in condizioni non "sicure". 
Isabella de Pinto





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mercoledì 7 marzo 2012

(da Quindici OnLine) Truck Center, Molfetta ricorda le vittime della cisterna avvelenata: stop alle morti bianche e sia fatta giustizia



MOLFETTA - «Ricchezza dei padroni, sangue dei lavoratori - Stop alle morti sul lavoro» recitava così uno dei tanti striscioni esposti dalla diverse associazioni, movimenti, partiti e sindacati che hanno partecipato ieri a Molfetta al corteo organizzato dal Comitato «3 marzo» in occasione del quarto anniversario della strage della Truck Center avvenuta il 3 marzo 2008 quando persero la vita Guglielmo Mangano, di 44 anni e, nel tentativo di salvarlo, i colleghi Michele Tasca, di 19 anni, Luigi Farinola, di 37 anni, l’autotrasportatore Biagio Sciancalepore (dipendente di una società di trasporti che lì custodiva i mezzi), di 24 anni, e Vincenzo Altomare, di 64 anni, amministratore della stessa Truck Center. Unico superstite, ferito, Cosimo Ventrella.
Lo striscione emblematico, sintetizza e unisce lo spirito delle circa 500 persone presenti alla manifestazione. Tutta gente che ha voluto gridare all’unisono il proprio sdegno per la beffarda sentenza di assoluzione dell’Eni nel processo bis con rito abbreviato.
Il corteo ha avuto inizio dalla stazione ferrovia e si è snodato lungo le vie della città accompagnato da grida, canti e slogan lanciati dai tanti studenti presenti che hanno reso il clima festoso e pacifico. E’ intervenuto anche il sindaco Antonio Azzollini con qualche esponente della giunta di centrodestra, che però, hanno abbandonato il corteo prima del comizio finale, a conferma di una presenza solo formale e non partecipata.
La gioviale presenza dei giovani si è trasformata in ossequioso silenzio quando in piazza Municipio Stefano Sciancalepore, padre di una delle vittime e principale promotore del comitato, ha espresso la propria indignazione per l’inammissibile sentenza del tribunale di Trani «occorre giustizia per cinque vite spezzate, il giudice dice che non ci sono prove sufficienti per condannare l’Eni, ma cinque morti non rappresentano una prova? Non si può ammazzare la gente per attuare politiche di contenimento dei costi».
Ancora più decise sono le dichiarazioni di Giuseppe Filannino, coordinatore Cgil Molfetta «il mondo del lavoro è falcidiato dalla guerra di resistenza creatasi per sopperire allo sfruttamento, siamo diventati schiavi del potere economico, ma non dobbiamo soccombere, non ci si può vendere al sistema e ad un governo che non tutela i lavoratori».
Gli ha fatto eco Pino Gesmundo, segretario generale Cgil Puglia, ringraziando principalmente i tanti giovani presenti e invitandoli a «diventare una speranza per un Paese in cui un giovane su 3 non ha lavoro, dove gli omicidi sul lavoro vengono messi nel dimenticatoio. Viviamo in un Italia vessata dall’assenza di diritto al salario e da 46 tipologie di lavoro che rendono la vita stessa precaria. Ebbene solo attraverso l’entusiasmo delle nuove generazioni possiamo riappropriarci della prospettiva di un mondo diverso e rivendicare il diritto al lavoro stabile e sicuro».
Un’analisi che non fa un piega, avvalorata dalle impietose cifre che parlano di tre morti sul lavoro al giorno e di mille all’anno, in una nazione sull’orlo del collasso, nella quale il lavoratore è soggetto alle angherie di un sistema economico, politico e sociale promulgatore di riforme che ne erodono i diritti. Nelle logiche di mercato anche la vita viene mercificata, assume un infimo valore, si scarica il peso di questi eventi luttuosi ad improbabili fatalità che celano le reali responsabilità permettendo ai veri colpevoli di restare impuniti.
Per far fronte a tutto questo, il Comitato «3 marzo» non si ferma e sarà presente il 3 aprile prossimo all’udienza contro la Nuova Solmine, azienda collaboratrice dell’Eni, per continuare a lottare affinché sia fatta veramente giustizia.

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Davide Fabiano

(Pas/Ct/Adnkronos)

Bari, 3 mar. (Adnkronos) - Oltre mille cittadini hanno partecipato questa mattina a Molfetta, in provincia di Bari, a una marcia per ricordare la tragedia della Truck Center accaduta cinque anni fa nella quale morirono quattro operai e il titolare di una ditta di lavaggio industriale. Il corteo e' stato promosso dal 'Comitato 3 marzo' appena fondato, su iniziativa di Stefano Sciancalepore, padre di una delle 5 vittime.

L'associazione e' composta da realta' cittadine di diversa estrazione, che si sono riunite chiedendo che venga fatta giustizia e che sia detta tutta la verita' su quanto accaduto. Persero la vita Guglielmo Mangano, Michele Tasca, Luigi Farinola, Vincenzo Altomare e Biagio Sciancalepore.

La manifestazione e' stata organizzata per ricordare loro e gli oltre mille morti sul lavoro che ogni anno si contano in Italia. La tragedia avvenne esattamente cinque anni fa, il 3 marzo 2008: gli operai addetti alla manutenzione di una cisterna e il titolare morirono per le esalazioni tossiche del serbatoio. ''Non far cadere nel dimenticatoio un'assurda strage'', questo e' l'obiettivo e il fine del Comitato. Il corteo e' partito da piazza Aldo Moro (Stazione di Molfetta) e ha attraversato tutta la citta'. Hanno partecipato il sindaco di Molfetta Azzolini e molti studenti. Lo spot dell'appuntamento e' stato realizzato da Caparezza, cantante molfettese.

(da Repubblica.it) Truck Center, per non dimenticare: 'Sono tutte tragedie annunciate'

Molfetta non ha dimenticato. Oltre duemila persone hanno sfilato lungo le vie cittadine nel quarto anniversario della strage del Truck Center, nella quale persero la vita cinque operai

di FRANCESCO LA TEGOLA




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Questo il bel messaggio di supporto mandatoci dalla RETE NAZIONALE PER LA SICUREZZA SUL LAVORO

La rete nazionale per la sicurezza sul posto di lavoro dà la sua adesione alla manifestazione che ricorda una strage che molti vogliono cada nel dimenticatoio.
Siamo vicini ai familiari che finora non hanno avuto giustizia !
Siamo vicini al comitato 3 marzo, che in controtendenza ha voluto fare di questa giornata una giornata di lotta.
Una lotta quanto mai necessaria, le morti sul lavoro sono tornate a crescere su scala nazionale, la crisi non significa solo attacco ai salari, alle condizioni di vita, dei lavoratori e delle masse popolari,ma anche un lavoro sempre meno tutelato e controlli sempre più ridotti sulle condizioni di sicurezza, che rendono rischioso ogni lavoro.
Ma non ci sono le morti sul lavoro, ma anche le morti per inquinamento, di cui Taranto continua ad essere la capitale.. la perizia ordinata dal giudice Todisco e resa nota avantieri, addebbita all'inquinamento da Ilva 174 morti negli ultimi 7 anni.. ma a Taranto non c'è solo l'ilva, c'è anche l'ENI che contribuisce con il suo carico di sostanze nocive e l'ENI continua a unire Taranto e Molfetta con la strage della truck center.
Qui la giustizia non è finora arrivata e ci chiediamo perchè ? Perchè continuaiamo ad avere una giustizia di serieB.. perchè a Torino si condannano giustamente TYSSENKRUPP e ora ETERNIT e per la strage della Truck Center l'ENI se la cava !

Il comitato 3 marzo stà li a dimostrare che ci sono familiari che non si rassegnano e altre persone e associazioni che non vogliono metterci una pietra sopra e vogliono che una vicenda particolare diventi una vicenda generale.
La rete nazionale nelle sedi in cui è presente ha sensibilizzato sulla manifestazione di oggi e a Taranto nelle prossime settimane ci sarà un presidio all'ENI.. in quell'occasione inviteremo per un incontro pubblico il comitato 3 marzo.
Insieme per dire basta morti sul lavoro, basta giustizia negata, vogliamo una società che affermi il primato della vita dei lavoratori e non il profitto dei grandi padroni .

martedì 6 marzo 2012

(da Ufficio Stampa Comune di Molfetta) «Ogni giorno è l’anniversario


 
Il sindaco Antonio Azzollini, il presidente del consiglio comunale Nicola Camporeale
 e diversi esponenti della giunta comunale hanno partecipato
al corteo del 3 marzo in memoria delle vittime della Truck Center


«È stata la testimonianza forte di una città che non ha dimenticato e non potrà mai dimenticare.» Il sindaco Antonio Azzollini commenta così l’importante partecipazione al corteo che, sabato 3 marzo, si è snodato per il centro di Molfetta in occasione del quarto anniversario della strage della Truck Center, strage nella quale trovarono la morte cinque operai molfettesi. Insieme con il sindaco Azzollini hanno preso parte al corteo il presidente del consiglio comunale Nicola Camporeale, assessori della giunta comunale, consiglieri comunali e altre cariche istituzionali molfettesi come il consigliere regionale Antonio Camporeale e il consigliere provinciale Saverio Tammacco.

«Per noi ogni giorno è l’anniversario di quella strage insensata» rammenta, ilsindaco Azzollini. «In questi quattro anni, sempre, e soprattutto in silenzio, questa amministrazione comunale ha partecipato fattivamente al dolore dei familiari delle vittime, testimoniando quel dolore sul piano istituzionale, umano e nelle competenti sedi giudiziarie. Quindi, anche in occasione del corto organizzato dal“Comitato 3 Marzo”, il Comune di Molfetta non ha fatto mancare il proprio sostegno prendendosi carico integralmente degli oneri della manifestazione e partecipando con una delegazione al massimo livello. Non è nostro costumealimentare polemiche – continua il sindaco – tuttavia ancora una volta siamo costretti a correggere il solito sito web che, pur di fronte al dolore della memoria, non perde occasione per attaccare l’amministrazione comunale ricorrendo a sterili strumentalizzazioni.»


Palazzo di Città, 6 marzo 2012

       Ufficio Stampa Comune di Molfetta


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"La Cisterna" Massimo Zaccaria



Un uomo in una piazza del sud del mondo grida al cielo il suo dolore. Abbandonato dalla moglie e dal figlio si ritrova da anni ad aspettare un santo che non si fermerà mai. Aspetta quel santo con fede cieca per ottenere un miracolo di cui non ha bisogno. Un uomo senza un braccio, questo è per tutti gli altri, per la gente, per se stesso. La piazza lo stringe, lo circonda. Gli occhi degli altri gli pesano addosso come piombo. E, tra il ricordo di un sogno, di un figlio che non incontra da anni, vive questa vita fatta di niente. Pinuccio anni addietro lavorava in una rimessa lavaggio. Un compagno cade dentro la cisterna al cui interno ci sono vapori di zolfo, non ha scampo,così come non hanno scampo gli altri tre suoi compagni intervenuti per aiutarlo. Un Giufà pugliese contro voglia, suo malgrado. Chi è Pinuccio, cosa vuole? Vuole che il nastro del tempo si riavvolga, vuole cancellare dalla sua testa il ricordo, il senso di colpa per la morte dei suoi amici. Vorrebbe entrare nella cisterna e salvarli tutti. Invece le cose che sono avvenute rimangono lì, come un’immagine riflessa dentro l’acqua.

La Cisterna
testo e regia di Salvatore Arena
con Massimo Zaccaria

lunedì 5 marzo 2012

(Quindici-Molfetta.it) Corteo del 3 marzo: verità e giustizia per Molfetta


MOLFETTA - Un filosofo francese, Pascal Engel, ammetteva di essere molto stupito, quando seguiva le lezioni di Michel Foucault al Collège de France negli anni Settanta, di sentirlo spiegare che la nozione di verità era soltanto lo strumento del potere e che, essendo ogni potere malvagio, la verità poteva essere soltanto l’espressione di una volontà maligna, e di ritrovarlo poi nelle manifestazioni, dietro agli striscioni, a richiedere “Verità e giustizia”.
E’ un paradosso da cui ho anch’io qualche difficoltà ad uscire. Ma, a mio parere, la verità è definita dall’orizzonte storico in cui siamo immersi, che segna il reticolo delle relazioni, rappresenta l’ambito di senso di una comunità. Quella stessa comunità lacerata dalla morte, 4 anni fa, di 5 lavoratori. Quella tragedia ha segnato il tessuto della comunità, violando le regole fondamentali che ne strutturano i rapporti essenziali.
Richiedere verità significa allora riconoscere che le regole stesse su cui si fonda la nostra convivenza in una comunità sono state demolite, e che tale ferita si prolunga in una sentenza che continua ad oltraggiare i presupposti essenziali dell’essere-in-comune. Perché il lavoro di ciascuno è il modo per dire se stessi, per costruire qualcosa che ci lega agli altri, fino a immergerci in uno spirito che è il nocciolo imprescindibile di una comunità. Al di fuori di quei presupposti, quando il lavoro è degradato e trascina con sé la vita umana, sono quegli stessi rapporti a lacerarsi, ad immetterci su un filo precario in cui la comunità perde sé stessa.
E allora questa comunità ieri mattina si è ritrovata in quei 5 lavoratori, ha affermato il valore del lavoro e della vita nella partecipazione numerosa di studenti interessati e di associazioni, di sindacati e partiti. Di quei cittadini che vedono nella verità e nella giustizia la condizione imprescindibile per continuare a condividere lo spazio vitale in cui siamo tutti in gioco. La Molfetta che ha partecipato al corteo del 3 Marzo è la Molfetta che crede che la morte di 5 lavoratori sul posto di lavoro sia la messa in discussione più pericolosa della nostra stessa convivenza, e della nostra possibilità di dirci comunità.
Questo è il senso profondo di una manifestazione e il prezzo è troppo alto per strumentalizzazioni e banali provocazioni, che rischiano solo di farci tornare al di qua della posta in gioco.
Se è vero, come scriveva Holderlin, che “là dove c’è il pericolo, cresce anche ciò che ci salva”, la morte di 5 lavoratori molfettesi è oggi parte integrante dell’identità di questa città, che cerca adesso di ricominciare, per ottenere verità e giustizia. Ora e sempre.
 
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Giacomo Pisani

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Le foto della manifestazione "Verità è Giustizia"



domenica 4 marzo 2012

Corteo 3 Marzo Molfetta Rassegna stampa, foto e video. Prima Parte

TG3 Regionale, Telesveva, La Repubblica ecc sono le prime testate giornalistiche ad essersi occupate del corteo, appena ci sarà altro materiale provvederemo a pubblicarlo:

Servizi tv
TG3 regionare http://www.tgr.rai.it/dl/tgr/regioni/PublishingBlock-4d3a91af-a664-4722-84df-0bdae278da09.html?idVideo=ContentItem-bb195d2e-3ae4-4199-92d5-5682c2048b93
Telesveva http://www.telesveva.it/Video/video.aspx?id=6503
Teleregione ha fatto un servizio ma non riusciamo a recuperarlo

Foto e video 
Comitato 3 Marzo https://picasaweb.google.com/113338780952927628111/ManifestazioneVeritaEGiustizia#slideshow/5715994185928141122
La Repubblica Bari Foto
 http://bari.repubblica.it/cronaca/2012/03/03/foto/truck_center-30884342/1/
La Repubblica Bari Video http://video.repubblica.it/edizione/bari/truck-center-per-non-dimenticare-sono-tutte-tragedie-annunciate/89536/87929


Giornali e giornali on line
Molfetta live http://www.molfettalive.it/news/Cronaca/177955/focus.aspx#main=articolo





venerdì 2 marzo 2012

(La Repubblica.it) 3 marzo, verità e giustizia per le vittime della Truck Center

«Non far cadere nel dimenticatoio un’assurda strage», questo è l’obiettivo e il fine del Comitato 3 Marzo, nato su iniziativa di Stefano Sciancalepore, padre di una delle 5 vittime coinvolte nella strage della Truck Center il 3 marzo 2008, quando gli operai addetti alla manutenzione di una cisterna morirono per le esalzioni tossiche del serbatoio. Sono Guglielmo Mangano, Michele Tasca, Luigi Farinola, Vincenzo Altomare e Biagio Sciancalepore. Per ricordare loro e gli oltre mille morti sul lavoro che ogni anno si contano in Italia, sabato 3 marzo ci saranno una manifestazione "Verità è giustizia" per le vittime della Truckcenter, con partenza ore 9 piazza Aldo Moro a Molfetta, e nel pomeriggio alle 18.30, lo spettacolo teatrale "La Cisterna" di e con Massimo Zaccaria, regia di Salvatore Arena, presso l'Auditorium della Parrocchia Santa Famiglia di via Innocenzo VIII.
Nel video, lo spot dell'appuntamento con Caparezza


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giovedì 1 marzo 2012

IL 3 MARZO IO CI SONO

ore 9 stazione ferroviaria Molfetta manifestazione "Verità è giustizia" per le vittime della Truckcenter

ore 18.30 spettacolo teatrale “La Cisterna” ( di e con Massimo Zaccaria, regia di Salvatore Arena ) presso l'Auditorium della Parrocchia Santa Famiglia ( via Innocenzo VIII ) Molfetta 

 

mercoledì 29 febbraio 2012

VERITA' E' GIUSTIZIA - 3 MARZO


Per adesioni e info : comitato3marzo@gmail.com
Manifestazione "Verità è giustizia" per le vittime della Truckcenter : SABATO 3 MARZO , partenza ore 9 piazza Aldo Moro.
http://www.comunicareilsociale.it/comitato3marzo



martedì 28 febbraio 2012

(da Quindici) Truck center, nasce il Comitato 3 Marzo: sabato il corteo a Molfetta

Dopo la sentenza di assoluzione dell’Eni, è stato istituito il Comitato, cui hanno aderito numerose associazioni, partiti e movimenti. Ispiratore Stefano Sciancalepore, padre di una delle 5 vittime
MOLFETTA - «Non far cadere nel dimenticatoio un’assurda strage», questo è l’obiettivo e il fine del Comitato 3 Marzo, nato su iniziativa di Stefano Sciancalepore, padre di una delle 5 vittime coinvolte nella strage della Truck Center il 3 marzo 2008, quando gli operai addetti alla manutenzione di una cisterna morirono in seguito all’inalazione di materiale altamente tossico presente nel suddetto serbatoio. Tante le associazioni, i partiti e i movimenti che hanno voluto aderire al Comitato per dare un segnale forte e per non far sentir soli nella loro battaglia i familiari delle vittime: PD, Sel, Rifondazione Comunista, Cgil Molfetta, Terre Libere, Circolo Arci, Le Macerie-Baracche Ribelli, Collettivo Studenti molfettesi in lotta, Cobas Molfetta, Cooperativa sociale Camera a Sud, Collettivo fotografico Rumore Collettivo e Rete nazionale per la sicurezza sul lavoro.
Nella conferenza di presentazione i promotori hanno spiegato le motivazioni dell’iniziativa. «L’attuale governo deve occuparsi aprioristicamente del fenomeno – ha spiegato Giuseppe Filannino, coordinatore Cgil Molfetta (nella foto Mastripierro, Sciancalepore e Filannino) – si devono rispettare le regole, non si può risparmiare sulla sicurezza e addomesticare i controlli». Nulla però è cambiato rispetto a quel maledetto giorno di quattro anni fa. Lo sa bene Stefano Sciancalepore: «La sentenza di assoluzione dell’Eni ha lasciato tutti con l’amaro in bocca. È una decisione sconcertante, perché questa multinazionale avrebbe prodotto il veleno presente nelle cisterna, ma il giudice l’ha assolta per insufficienza di prova».
L’ordinanza è stata emanata dal GUP di Trani, Maria Grazia Caserta, che ha accolto tutti i motivi dedotti nelle arringhe difensive nella sentenza che conclude il processo con rito abbreviato, in cui si sono costituiti parte civile due familiari delle vittime, il Comune di Molfetta e la Regione Puglia nei confronti dell’Eni e dei suoi alti dirigenti.
La Procura di Trani aveva aperto le indagini a chiusura del primo processo, in ossequio alla restituzione degli atti del giudice del primo processo, che tra l’altro aveva inviato la Procura alla verifica di ulteriori responsabilità. Non è escluso, quindi, che questo possa essere stato uno dei motivi che ha dato spunto alla difesa di sovvertire in pieno tutto l’impianto accusatorio.
Insomma, una vera e propria beffa, secondo Nino Mastropierro, con l’indifferenza dei mass media nazionali e regionali. «Il comitato è nato subito dopo la tragedia a far da contraltare alla particolare resistenza da parte degli organi d’informazione nazionale. In occasione dei processi non c’è stata la volontà di spiegare cosa stesse accadendo nei tribunali - ha aggiunto -. C’è stata connivenza tra i media nazionali e l’Eni che ha chiesto e ottenuto il processo a porte chiuse, quindi nessuno è a conoscenza di cosa sia successo realmente in quelle aule».
Dunque, in questa faccenda è venuta meno la fondamentale funzione della democrazia, sinonimo di libertà di stampa ed espressione. Pesanti condizionamenti dei poteri forti hanno influito sulla vicenda, oltraggiando la memoria delle vittime: nemmeno la magistratura è riuscita a far chiarezza e a capire le dinamiche dell’accaduto.
 
La macchina della solidarietà, però, non si è fermata. Sabato 3 marzo il Comitato ha organizzato un corteo che partirà alle ore 9 dalla stazione ferroviaria, sfilando per smuovere le coscienze e lottare per un futuro migliore, in cui la spasmodica ricerca del profitto e l’eccessiva e aberrante concorrenza non debbano più causare morti bianche.
 
© Riproduzione riservata
 
Davide Fabiano

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lunedì 27 febbraio 2012

IL 3 MARZO IO CI SONO

Per adesioni e info : comitato3marzo@gmail.com
Manifestazione "Verità è giustizia" per le vittime della Truckcenter : SABATO 3 MARZO , partenza ore 9 piazza Aldo Moro.
http://www.comunicareilsociale.it/comitato3marzo